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Canapa Italiana: Prototipo Studio e il ripristino di una filiera di produzione: una sfida

Ogni passaggio garantito in Italia, senza agenti chimici, in una tracciabilità trasparente: raccolta, stigliatura della fibra, macerazione in acqua, filatura: Prototipo e filato di canapa

La canapa è l’unica fibra sostenibile in Italia

Nell’ambito dell’industria tessile, la canapa è l’unica fibra sostenibile che può essere coltivata in Italia: è qui che inizia la storia della canapa italiana di Prototipo. Questo è vero quando si vuole procedere all’implementazione di una filiera corta, circolare, attenta ai rifiuti e al controllo delle risorse energetiche e idriche.

Ad oggi, in Italia si coltivano circa ventimila ettari di canapa. Le coltivazioni sono destinate principalmente alla produzione di canapa per l’edilizia e alla produzione di CBD per la farmacologia, la parafarmacologia e la cosmesi.

Canapa Italiana – la filiera di Prototipo fibra, raccolta, stigliatura, macerazione

Per produrre fibra tessile, gli steli in campo devono essere raccolti in covoni e lavorati in una macchina stigliatrice. La stigliatrice attiva una separazione meccanica tra la fibra bloccata nella corteccia da un lato – dall’altro il canapulo, o fusto centrale, il midollo che non è altro che legno. La stigliatrice dovrà staccare la fibra dal fusto interno senza frammentarla o polverizzarla – come avviene in modo sommario e veloce quando il processo è destinato alla sola produzione di canapulo. La fibra ben separata e intatta apparirà come un filamento incollato alle scaglie di legno della corteccia, rigido e ruvido. La fibra dovrà poi essere sottoposta alla fase di macerazione in acqua.

Le fibre – che hanno l’aspetto di steli spezzati o di bastoncini di legno – vengono inserite in vasche d’acqua, il cui livello di ossigenazione è controllato da sensori computerizzati. Grazie al monitoraggio, l’ossigeno rimane costante, senza permettere all’acqua di degenerare in fango. Si tratta di un’evoluzione dell’antico trattamento: un tempo si gettavano nei canali i gambi, che poi si putrefacevano e diventavano malsani. Oggi, l’acqua mantenuta a un livello adeguato di ossigeno diventa un ricettacolo di proteine, zuccheri e minerali che, una volta completato il processo di macerazione, fornisce un’irrigazione nutriente ai campi coltivati.

Dopo qualche giorno, la fibra viene estratta dall’acqua: appare morbida. Il legno corticale che lo bloccava è diventato poltiglia. Con una fase di battitura e lavaggio, sempre mantenendola ordinata in parallelo, la fibra di canapa è pronta per i passaggi necessari alla filatura.

Prototipo Studio interviene in questa fase: un bioreattore è in costruzione

Prototipo: stigliatura

Entriamo nello specifico delle singole fasi. La stigliatura è la prima fase dopo la raccolta in campo: si attiva un processo di rottura a pressione sul fusto della pianta (tiglio), dividendolo nelle sue due parti principali – la corteccia esterna (fibre e lignina) da un lato, e il midollo legnoso (canapulo) dall’altro.

Nel settembre 2021 sono state condotte prove su una fibra lunga 18 cm. L’obiettivo finale è quello di avere una fibra il più lunga possibile (1 metro) che possa essere parallelizzata. e poi tagliata nelle dimensioni più adatte a far agire il filatoio su di essa. Per utilizzare la fibra nei tessuti, la complicazione rimane nella gestione della fibra, che inevitabilmente per essere filata dovrà essere parallelizzata e smistata. La stigliatrice deve, durante questo processo di stigliatura – cioè di forte lavorazione meccanica – mantenere un adeguato ordinamento della paglia, che staccandosi dalla canapa ne rilascerà le fibre.

Uno dei primi impianti di stigliatura è attivo a Cerignola (Foggia), su iniziativa dell’imprenditore Pietro Paolo Crocetta, insieme a Lio Lo Conte, rispettivamente presidente e vicepresidente del Consorzio Bio Canapa, che comprende la società Bio Hemp Trade e la cooperativa Palma d’Oro. Altri impianti di stigliatura sono attivi – sia nelle Marche che in Veneto vicino a Treviso, altri sono in costruzione: particolare attenzione è rivolta a un nuovo polo produttivo a Parma, in fase di realizzazione.

Prototipo Canapa Italiana: la macerazione e il BIOREATTORE

Aprile 2023: Il bioreattore del Prototipo è in fase finale di costruzione. Una volta completato, riuscirà a macerare 100 chili a settimana, previsti per gennaio 2022.

La certificazione rilasciata dal laboratorio SEARCH del biologo Paolo Bonatti iscritto all’ente certificatore Accredia, datata 26 luglio 2021, conferma la positività dello smaltimento dell’acqua in campo, con positività della fertilizzazione.

L’innovazione principale del bioreattore è legata all’impianto di macerazione in acqua a ridotto consumo energetico e idrico. Si tratta di un algoritmo monitorato da sensori computerizzati ed elaborato da un software in grado di mettere in relazione i tempi di immersione, le diverse concentrazioni di ossigeno e le temperature in relazione alla contingenza atmosferica. Questa innovazione in fase di macerazione deve considerarsi un unicum nell’intero settore tessile a livello internazionale.

La macerazione consiste nell’immergere le fibre della stigliatura in acqua e nel mantenerle allineate e parallele. Prima dell’immersione, le fibre che escono dalla stigliatrice appaiono incollate da una notevole quantità di lignina che non può essere rimossa con mezzi meccanici. È necessaria la biologia.

Le fibre vengono messe a bagno per alcuni giorni: la lignina si ammorbidisce, diventa poltiglia e si stacca dalla fibra. Si può pensare a una fase di cardatura, così come si sta studiando una fase in vasche asciutte dove le larve soldato possono intervenire per digerire la lignina morbida e umida (le larve soldato diventerebbero poi cibo per la zoocoltura di pecore). Le fibre dovranno essere lavate da una lavatrice professionale, quindi asciugate e cardate di nuovo.

Il processo è protetto da brevetto.

Canapa Italiana – Prototipo – Filatura, filo, tessuto

Prototipo lavora per ripristinare una filiera italiana completa, dal seme in campo alla filatura. Il prodotto finito sarà un filato di canapa italiano. Il filato di Prototipo Studio – il “Filato di Canapa Prototipo” – sarà il primo filato di canapa italiano, di provenienza italiana, prodotto attraverso processi naturali, senza additivi chimici, senza scarti – dove ogni materiale secondario sarà inserito in altre filiere produttive.

Si tratterà di un filato e di un tessuto di canapa al 100% di origine e lavorazione completamente e unicamente italiana: questo è il primo scopo di innovazione del progetto, nel rispetto di una filiera corta completamente italiana, tracciabile e trasparente, sostenibile sia nella lavorazione agricola che nella produzione.

La canapa è l’unica fibra tessile naturale e vegetale che può essere coltivata in Italia: ciò significa che è l’unica potenziale materia prima di origine e lavorazione completamente italiana – ad oggi inesistente – per l’industria tessile italiana (cotone e lino non possono essere coltivati sul nostro territorio). Uscendo dalla dimensione vegetale, entrando nella catena animale, in Italia possiamo avere lana e alpaca – ma non il cashmere. Anche la seta non è prodotta in Italia, ma viene importata – a parte alcune microproduzioni, ad oggi, solo in Veneto.

La pianta della canapa è autoctona, cresce in quasi tutta Italia senza bisogno di abbondanza d’acqua (la falda freatica, troppo alta in alcune zone della Pianura Padana, può danneggiarla).

La canapa può dare origine a tessuti pesanti (come il denim) e leggeri (come la garza), a seconda del numero di fili che è possibile filare.

Prototipo Italian hemp – Made and Sourced in Italy

La commercializzazione del filato di canapa italiano prodotto da una filiera agricola e manifatturiera ripristinata avrà come clienti target tutte le aziende tessili attente a voler implementare tecniche di produzione di filiera corta sostenibili, tracciabili e italiane – ovvero tutte le aziende, nazionali e internazionali, che vantano o vogliono vantare un’offerta commerciale di un prodotto realmente Made in Italy. Si tratta di elevare il codice di qualità del Made in Italy e di passare a un ulteriore rigore: Made and Sourced in Italy con una filiera corta sincera, trasparente e sempre più pronta a fornire certificazioni digitali.

La commercializzazione è prevista sia all’ingrosso che al dettaglio.

Prototipo Canapa Italiana – certificazioni, tracciabilità e trasparenza, sequestro di carbonio e carbon offsetting.

Le etichette riportano ogni fase della produzione e dell’approvvigionamento, in un’ottica di riciclabilità e trasparenza della catena di fornitura. Ad oggi, non esiste un ente certificatore per la tracciabilità della canapa in Europa; Prototipo Studio sta lavorando sulla trasparenza attraverso la blockchain. Grazie a questa tracciabilità certificabile e certificata, Prototipo Studio sarà in grado di presentare crediti per il sequestro di carbonio.

Carlo Mazzoni

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Prototipo Studio at Lampoon Magazine